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I tortuosi sentieri del capitale. Intervista a Giovanni Arrighi di David Harvey - pag. 12 - Biografie . Commenti PDF Stampa E-mail
Aree tematiche - Con Marx e oltre il marxismo
Venerdì 01 Gennaio 2010 00:00
Indice
I tortuosi sentieri del capitale. Intervista a Giovanni Arrighi di David Harvey
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pag. 12 - Biografie . Commenti
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D. Adam Smith a Pechino si conclude con la speranza di un commonwealth, una confederazione di civiltà con rapporti paritari tra gli stati, con un rispetto condiviso per la terra e le sue risorse naturali.  Definiresti questa tua  visione come “socialismo”  o consideri questo termine superato?

 

R. Ebbene, non avrei difficoltà a definirlo come socialismo, se si tiene conto, però, che questo termine, purtroppo, è stato eccessivamente identificato con il controllo dello stato sull’economia. Non ho mai pensato che  questa fosse una buona idea. Vengo da un paese dove lo stato  viene disprezzato e in molti casi considerato inaffidabile.  Identificare il socialismo con lo stato crea grossi problemi. Di conseguenza, se un sistema mondiale di questo tipo dovesse essere chiamato socialista, sarebbe il caso di ridefinirlo in termini di reciproco rispetto tra gli esseri umani e di rispetto collettivo per la natura.  Ma lo si  dovrebbe forse organizzare, però,  attraverso scambi  di mercato regolati dagli stati in modo tale da rafforzare i lavoratori e indebolire il capitale in termini smithiani,  invece che  attraverso il possesso e il controllo statale  dei mezzi di produzione . Il problema del termine socialismo sta nell’abuso che ne è stato fatto in molti modi, screditandolo. Se  mi chiedi un termine migliore, non ne ho idea, penso che dovremmo cercarne  un altro.  Tu sei bravissimo a forgiare nuove espressioni e dovresti  darci dei suggerimenti.

D. Va bene, ci penserò.

R.Devi  riuscire a trovare un termine che sostituisca  “socialista”, liberandolo dalla sua identificazione con lo stato, che è legata alla sua storia,  per avvicinarlo di più a un’idea di maggiore uguaglianza e di rispetto reciproco. Lascio a te questo compito!

 

Biografie

David Harvey (1935) si è laureato a Cambridge in geografia nel 1957. Ha contribuito a rinnovare la disciplina avvicinandola alle scienze politiche e alle scienze etnoantropologiche. Ha applicato la teoria e il metodo marxista per formulare una critica al capitalismo globale e, seguendo la cosiddetta corrente del “Marxismo geografico” , si è occupato di razzismo e di ingiustizia sociale. Ha insegnato a Bristol, alla Università Johns Hopkins di Baltimore (1969-2001), con un periodo di insegnamento a Oxford. Con l’opera Social Justice and the City (1973) si è occupato delle condizioni di vita urbana, studiandone i conflitti sociali e le differenze di classe. Nel 1989 ha scritto La crisi della modernità, testo fondamentale sul Postmodernismo, in cui spiega come dagli anni ’70 il capitalismo sia passato dalla fase fordista a quella post-fordista , con forme di produzione flessibili, riducendo il costo del lavoro e i tempi tra investimento e realizzazione del profitto per evitare la crisi. Il nucleo del suo pensiero è il rapporto tra spazio geografico, tempi economici e capitale. Nel 2003 esce La guerra perpetua sul nuovo imperialismo, contrastando la teoria di Toni Negri e Michael Hardt in Impero. Dal 2001 è Distinguished Professor di Antropologia alla City University di New York.(tratto da Wikipedia)

 

Giovanni Arrighi (1937-2009) Studioso di politica economica e di sociologia, dal 1998 ha insegnato Sociologia alla Johns Hopkins University di Baltimora. Le sue opere sono state tradotte in 15 lingue. Nato a Milano nel 1937, si è laureato all’Università Bocconi nel 1960. Inizia la carriera come docente presso l’Università di Rhodesia (ora Zimbawe) e successivamente in Tanzania. In quel periodo studia il problema del reclutamento della mano d’opera e della resistenza dei lavoratori come fattori che hanno inciso sullo sviluppo coloniale e sui movimenti di liberazione. In quel contesto incontra I. Wallerstein. Tornato in Italia nel 1969, ricopre incarichi come docente all’Università di Trento, a Torino e all’Università di Calabria. Nel 1971 è tra i fondatori del “Gruppo Gramsci”. Nel 1979 diviene professore di Sociologia presso il Centro Fernand Braudel, specializzato per l’analisi dei sistemi mondiali. Dal 1994 si è dedicato all’origine e alle trasformazioni del capitalismo globale. The Long Twentieth Century, divenuto un classico, viene tradotto in dieci lingue. Seguono, nel 1999, Chaos and Governance ( scritto con la moglie, Beverly Sivers) e Adam Snith a Pechino nel 2007. Muore il 19 giugno 2009 a Baltimora. (tratto da Wikipedia)



 

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