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Il personale ed il politico - pag. 2 PDF Stampa E-mail
Editoriali e dibattiti - Dibattito redazionale
Venerdì 01 Gennaio 2010 00:00
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Il personale ed il politico
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Adriana … La conferma che si tratta di una costruzione sociale  e non di naturalità  sessuale è data dal fatto che  quando qualche donna giunge ai vertici  della carriera a volte si comporta nello stesso modo degli uomini rispetto allo scambio sesso-potere, perché questo è il modello dominante, e in quanto tale si apprende, non è un comportamento biologicamente connaturato alla sessualità maschile.  Venendo al caso in questione, secondo la morale tradizionale la moglie doveva stare  zitta, come le donne  devono fare, semmai vedersela in privato (non arrivo a pensare a pregare per la conversione del marito, come S. Rita) ;  la prostituta/le prostitute dovevano  stare al proprio  posto,  sono puttane e come tali inaffidabili...., così va il mondo, senza distinzioni a priori di destra e sinistra.
Se da un lato  fare delle veline-escort-prostitute il capro espiatorio segnala la solita misoginia di donne e uomini, dall’altro il loro comportamento, che può essere senz’altro ascritto a una scelta –  sebbene all’interno di un dato contesto sociale-  segnala l’adesione – a livello più o meno profondo- all’ ordine sessuale vigente, che fa della sessualità femminile una sessualità di servizio, nelle varie forme seduttivo-riproduttive, alla sessualità maschile.
Esempio ulteriore può essere l’affluenza di molte giovani donne – alte almeno un metro e settanta, preferibilmente bionde e belle –ne è stata scartata qualcuna perché non abbastanza bella- alla selezione fatta per compiacere il narcisismo di un altro attempato uomo di stato, che ha preteso di  nominarsi educatore religioso di donne  giovani e belle. Suppongo si sia trattato di interesse nazionale accondiscendere al bizzarro desiderio di un tale ospite, fatto sta che nella situazione attuale di crisi occupazionale 50 o 60 euri per una serata, sia pure noiosa, vogliono dire molto.
Ma quali sono i rapporti di forza tra uomini e donne in generale oggi, da noi e in gran parte del mondo?
E che succede quando l’unica ricchezza che le donne possono mettere sul mercato e su cui contare  è la loro funzione riproduttivo-sessuale?

Quello che il priapismo del capo (rivelato da due donne: moglie, prostituta.... da non sottovalutare la cosa) svela è che la concezione maschilista e patriarcale delle relazioni tra uomini e donne è alla base del sistema, con i relativi premi e le relative punizioni per chi non si adatta; infatti le donne, se sanno comportarsi in un certo modo, che apprendono fin da bambine, traggono vantaggi, privilegi e protezione..., beninteso se stanno alle regole, altrimenti sono mogli ingrate (velina ingrata la Lario), opportuniste (le veline), poco affidabili. Esattamente quest’area di problemi è stata affrontata nel femminismo degli anni settanta,  il personale è politico, si disse allora, in rottura con le compagne dell’ UDI, che  si battevano per l’emancipazione delle donne in famiglia come nel sociale (lavoro, politica,  diritti sociali), senza affrontare la visione maschilista patriarcale (dei loro uomini prima di tutto) sulla quale è costruito il mondo comune di uomini e donne; in rottura con i compagni del PCI e delle formazioni extraparlamentari di allora, che accusavano le femministe di rompere il fronte comune di lotta. Ricordiamo tutte/i il ‘77 quando i compagni di Lotta Continua aggredirono le compagne riunite in un’Assemblea separatista ? Il fatto è  che questa impostazione della politica  rovescia effettivamente  l’ordine costituito, è radicale, rivoluzionaria e, in quanto tale, sovversiva.
Per molte donne (non tutte) il discorso è andato avanti nell’analisi delle complicità interiorizzate con  il discorso dominante, anche uomini più recentemente (c’è un blog che si chiama Maschile Plurale che tematizza la questione dal punto di vista degli uomini) si stanno interrogando, e comunque queste, sia per donne che per uomini, sono operazioni disturbanti del proprio equilibrio faticosamente costruito, fanno franare certezze, difese, mettono in crisi comportamenti consolidati, sicurezze acquisite nel corso degli anni, aspetti della soggettività considerati fondamentali  per il proprio benessere, e non tutte o tutti ne hanno voglia.

Laura …Ancora una volta papi fa appello alla parte deteriore di gran parte dei maschi. Purtroppo la silenziosa accondiscendenza di molte donne permette tutto ciò ed è vero che lo fa non perché a loro manchi consapevolezza, bensì perché è difficile e destabilizzante opporsi all'aspetto peggiore del  maschilismo e quindi al modello di società e di potere così come va avanti e non accenna ancora a cambiare. Proprio questo penso sia uno dei punti più deboli  per una reale liberazione delle donne. Molte teoriche, per quanto ne so io, che non è molto, non tengono conto di questo aspetto che invece è fondamentale. Naturalmente l'isolamento crescente in cui tutti noi viviamo, che ci porta a risolvere individualmente i nostri problemi aggrava la situazione.
Davanti all'indecenza priapica di B. e alle dichiarazioni di Ghedini (utilizzatore finale) e di altri cortigiani,  le donne, tutte, avrebbero dovuto scendere in piazza a gridare la loro indignazione, invece si sono mosse solo alcune intellettuali, che sono state emarginate dai media, quasi fossero ancora una volta delle fanatiche e basta.
La cosa più grave è la mancanza di un movimento. Il movimento potrebbe dare coraggio ad alcune (non molte, ahimé).



 

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